RAGGI, ASSOLTA ANCHE IN APPELLO

DI REDAZIONE

È stato emesso oggi, sabato 19 dicembre, il verdetto del processo di appello che vede imputata la sindaca Virginia Raggi, accusata di falso per la nomina di Renato Marra a capo dell’Ufficio direzione turismo, già assolta in primo grado perché “il fatto non costituisce reato”, la sindaca è stata assolta anche in appello.
La decisione è arrivata dopo circa due ore di camera di consiglio. In primo grado Raggi è stata assolta con la formula “perché il fatto non costituisce reato” ma la Procura ha fatto ricorso in secondo grado. Il pg Emma D’Ortona aveva chiesto una pena di dieci mesi di reclusione.

Applausi e lacrime hanno accompagnato la sentenza della corte d’appello di Roma che ha assolto Virginia Raggi. Alla lettura del dispositivo, la sindaca ha abbbracciato il marito e poi si è congratulata con i suoi difensori, gli avvocati Pierfrancesco Bruno, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, quest’ultimo visibilmente commosso.

La condanna per Virginia Raggi a 10 mesi di reclusione era stata richiesta dal sostituto procuratore generale della seconda sezione penale della Corte di Appello di Roma, Emma D’Ortona, per falso in relazione alla nomina (poi ritirata) di Renato Marra, vigile urbano graduato e fratello di Raffaele, a capo del Dipartimento Turismo di Roma Capitale e con un incremento di stipendio pari a 20mila euro. In primo grado il sindaco era stata assolta con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Accompagnata dai suoi legali, gli avvocati Emiliano Fasulo, Pierfrancesco Bruno e Alessandro Mancori, la sindaca è presente in aula.