RENZI SENZA VERGOGNA

DI REDAZIONE

Ho letto la lettera di Renzi a Conte, pubblicata a qualche ora dal loro incontro (la ricerca di visibilità non è mai troppa) e non capisco cosa chieda e a nome di chi. A nome di chi soprattutto. Dice che “Elena, Ivan e Teresa sono pronti a dimettersi” per lasciare le poltrone e provare che loro non sono interessati alle sedie. Mette insieme in scioltezza il Mes sanitario e le nomine all’Intelligence. Poi precisa. Chiarisce. Minaccia. Pone veti. Ma a nome di chi? Bellanova oggi ha dichiarato che non serve il consenso per esprime dissenso, in un breve esercizio di autocririca probabilmente, dall’alto del 3,5% che raccolgono, e io concordo, ma per aprire una crisi di governo in questo momento servirebbero altri argomenti, e magari una spinta, una urgenza, una domanda collettiva e invece l’impressione è che siamo ai soliti giochi di palazzo, giochi sporchi, per pochi o pochissimi e che ci sia l’ennesimo leader ferito e senza più popolo, con il terrore costante di essere spazzato via dalla Storia, che agisce senza responsabilità alcuna. Ma se la paura di sparire prevale anche nel pieno di una (seconda) ondata pandemica allora ti sei già messo dal lato sbagliato della storia e non hai più alcuna possibilità di essere riabilitato.

Barbara Lezzi