STORIELLE EDIFICANTI

DI ALBERTO BENZONI



SERVIZI PER LA LIBERTA’

Com’è noto, l’introduzione di cellulari via via perfezionati, ha reso la vita difficile, non solo a criminali di ogni ordine e grado ma anche a categorie degne di rispetto come donne e uomini ingiustamente bollati come fredifraghi. Oggi non più in grado di accampare riunioni serali o incontri con le amiche.

Ma, a soccorrerle, ancora una volta, una società di servizi dal grande futuro: quella di fornitori di alibi. “Made in Germany”; almeno per ora. Ma destinata sicuramente a tutto il mondo; e senza barriere per l’accesso.

UN FATALE EQUIVOCO

Che l’ex Pci e i suoi iscritti abbiano subito una mutazione genetica è indubbio. E allora il problema che assilla tanti “compagni veri” (penso, in particolare al mio amico Lanfranco Turci) e che non è stato ancora risolto, è di capire dove e quando è iniziata la discesa.

Secondo me, il punto di svolta c’è stato quando Veltroni ha chiesto l’iscrizione e la sua domanda è stata accettata.

Indizio rivelatore la sua dichiarazione, anni dopo: “non sono mai stato comunista”. Non era una giustificazione ex post”. Era la pura verità. Perché il Nostro pensava di iscriversi alla FIGC (Federazione italiana gioco calcio) e non alla FGCI (Federazione giovanile comunista italiana). Per lui un errore (o un lapsus) nella presentazione della domanda. Per chi la accolse a scatola chiusa, un’assoluta mancanza di vigilanza. Tutto comincia lì.

UNA RICHIESTA DI SOCCORSO

Giunge notizia che un gruppo di calciatori africani, saliti su di un aereo convinti di andare a giocare in Europa siano poi misteriosamente approdati in Nepal. Clima freddo, poco interesse per il calcio, paese al penultimo posto (almeno così dicono) nella graduatoria mondiale del football, impossibilità di uscire.

Speriamo che questo appello sia recepito. E non tanto dalle Ong, quanto da qualche talent scout che sappia individuare qualche bravo giocatore. Al resto penserà lui.

RISERVATISSIMO

Ho saputo da mia figlia che, a contrastare la pandemia (e sembra con successo) il governo giapponese ha pensato bene di vietare di parlare nei mezzi pubblici; avendo scoperto che il parlare libera una quantità di goccioline nell’aria.

Già tremo pensando a cosa succederebbe se questa notizia arrivasse in Italia. E allora tutti zitti e Viva il Parlamento.