PIL A PASSO DI GAMBERO IN EPOCA COVID, OUTLOOK OCSE E STIME ISTAT

DI VIRGINIA MURRU

 

Secondo l’ultimo comunicato Istat, nonostante il buon recupero estivo, e la resilienza di tanti settori, non si può ancora parlare di ripartenza in termini di crescita economica, e dunque di Pil. C’è stata tra luglio e settembre una reazione significativa, dopo i colpi del lockdown, ma purtroppo ogni versante economico è legato alla sorte dell’emergenza sanitaria, non si può prescindere dopo il secondo assalto autunnale del Covid e le relative conseguenze.

Si tratta di un indubbio recupero nella stagione estiva, sottolinea l’Istituto di Statistica, anche se le stime iniziali sono partite da +16,1% (al 30 ottobre) e finite in ribasso, a +15,9%, con il Pil corretto per gli effetti del calendario e destagionalizzato.

Un dato in flessione rispetto alle attese, ma non si discosta molto dalle stime del Mef, non vi saranno pertanto rettifiche su quelle espresse per il 2020, che hanno previsto un calo del Pil dell’ordine del 9%.

Anche l’Ocse ha diffuso il suo outlook. Per quel che concerne l’Italia, le previsioni sono orientate alla prudenza, e seguono, in termini di stima, quelle espresse dal Governo: -9,1%. Considerate le risorse impiegate per arginare i danni causati dall’emergenza sanitaria, ci si attendeva dall’Organizzazione economica un dato più negativo, se si paragona alle previsioni di giugno, quando la flessione oscillava tra -11% e -14%.

Cautela per il nuovo anno ormai alle porte, l’Ocse non si spinge in termini di ripresa del Pil oltre il +4,3%, (e per il 2022 è ancora più cauta, stimando un recupero del 3,2%) e qui c’è una notevole divergenza con le stime dell’esecutivo, orientate su un +6% di crescita (2021).

L’Ocse avverte che la ripresa sarà ‘lenta e disuguale’ per l’Italia, la politica economica rivolta all’emergenza sanitaria continuerà a pesare, così come le incertezze che ne deriveranno sul piano dell’attività economica del tessuto produttivo, segnando in modo negativo occupazione e investimenti. Si tratta di una tendenza che perdurerà, secondo l’Organizzazione Internazionale, fino a quando non si raggiungerà l’immunità generale tramite un vaccino efficace, che si prevede sarà utilizzato in massa nei prossimi mesi per tutta la popolazione.

Ripartiranno così i consumi, anche se le famiglie tenderanno prudentemente al risparmio, fino a quando la situazione tornerà alla normalità. Con maggiore lentezza si riprenderà il settore dei servizi, spiega l’Ocse, dato che la domanda interna e il turismo resteranno deboli fino al completo risanamento e fine dell’emergenza sanitaria, influenzando notevolmente il mercato del lavoro in questo ambito.

L’Istat usa toni più positivi nella sua ultima nota, soprattutto su quel guizzo di ripresa che si è avvertito nei mesi estivi. Si legge al riguardo:

“La ripresa è diffusa a tutti i comparti economici e, dal lato della domanda, è trainata sia dalla componente interna, sia da quella estera. Sul piano interno contributi alla crescita fortemente positivi sono venuti dai consumi privati (+7,5 punti percentuali) e dagli investimenti (+5,3), mentre la variazione delle scorte ha contribuito negativamente per un punto percentuale. A causa delle flessioni dei primi due trimestri, la variazione tendenziale resta negativa nella misura del 5%. La ripresa dell’attività produttiva si accompagna a una marcata ripresa dell’input di lavoro in termini di ULA e ore lavorate mentre le posizioni lavorative hanno registrato una debole crescita.”

L’Istituto mette in evidenza anche il notevole impulso di reazione delle imprese italiane, nonostante i limiti e i danni registrati in particolare nel secondo trimestre del 2020, in seguito alla chiusura di tante attività produttive. In generale, secondo l’Istat, c’è la conferma che l’economia del Paese dopo i mesi di forte contrazione ha registrato un buon recupero e il forte desiderio di reagire ai danni causati dalla pandemia. Tutto questo è evidente dall’analisi dei dati riguardanti il terzo trimestre.

Per quel che riguarda la domanda, la nota dell’Istituto spiega che le esportazioni di beni e servizi mettono in rilievo in termini congiunturali un aumento del 30,7%. C’è inoltre un incremento del dato sulle importazioni, pari a +15,9%. Sui consumi finali, la spesa delle famiglie residenti e delle ISP (Indicatore Situazione Patrimoniale), sono aumentate del 12,4%. La spesa per impianti, macchinari e armamenti ha determinato un aumento degli investimenti, che è cresciuto del 34,3%, i mezzi di trasporto sono la componente che rappresenta il 72%.

La ripresa ha riguardato tutti i comparti economici, e risulta trainata sia dalla componente interna che da quella estera. Alla crescita a livello interno hanno contribuito fortemente i consumi privati e gli investimenti, mentre di contro ha influito negativamente la variazione determinata dalle scorte.

Nei confronti del 2019, rileva l’Istat, l’economia italiana ha subito una contrazione pari al 5%, con un calo tendenziale del 4,7% registrato ad ottobre.