“LA REPUBBLICA” SE LA CANTA E SE LA SUONA DA SOLA

DI FABIO BALDASSARRI

Siccome il tentativo de La Repubblica & co. di augurarsi la crisi del Conte II onde sostituirlo con Mario Draghi e un governo di salute pubblica (cosa poi voglia dire per loro salute pubblica non è dato saperlo) è fallito grazie anche a Draghi che si è tenuto in posizione più defilata in vista della scadenza del mandato del Capo dello Stato, stamani Stefano Folli si da alla bella pensata (p. 35) secondo cui non sarebbe comprensibile il compiacimento di alcuni esponenti del Pd perché dal loro punto di vista (testuale) “l’obbiettivo era un altro: staccare Berlusconi da Salvini e Giorgia Meloni, confermando che la destra è finita come prospettiva strategica”.

Insomma: l’avere il Conte II inaspettatamente ottenuto un voto favorevole delle opposizioni sulla variazione di bilancio senza dovere per questo contrattare la composizione di un nuovo governo se non almeno il rimpasto delle poltrone, secondo Folli sarebbe motivo di dispiacere, appunto, di quegli esponenti del Pd (notate quanto circostanziata e precisa sia la sua informazione). Lo dice una firma de La Repubblica e, se lo dice lui… Questo è quanto passa il convento di John Elkann (ex Fiat, oggi Fca) per il suo Paese in epoca di pandemia. Ah… dimenticavo: l’Italia è il suo Paese, ma la sede legale dell’Fca l’ha voluta in Olanda e la sede fiscale in Gran Bretagna.