TRUMP, ANCORA TU

DI RINO GIRIMONTE

Ancora tu…

Vi do la mia parola che mi piacerebbe occuparmi d’altro, qualcosa distinto a questa sciagura umana, fra l’altro lo faccio gratis, sono intermediario di me stesso.

Potrei raccontare del mio paese di 32 mila abitanti, già tre volte in lookdown, con una media di 40 contagi al giorno, di una residenza per anziani dove c’è una vecchietta di 97 anni, a me cara, con il virus, e che l’azzurro di questo cielo autunnale è incomparabile, e questo mare ancora caldo e di una sirena aspettando il suo naufrago e… viceversa, o che sto facendo rivivere un pino “limonero” affaticato, che mi manca la matassa di odori a basilico, sedano, prezzemolo, rosmarino, che le mani sapienti di mio padre mantenevano con una intensità di verde di cui sto perdendo il ricordo, che divido il mio tempo tra la chitarra, la poesia e i miei pruriti letterari, che sto leggendo “Gente in Aspromonte” di Alvaro, che io e mio figlio cerchiamo di proteggerci, sotto gli occhi vigili di Lupo. Potrei fare altro, ma m’incuriosisce capire in quale scalino dell’evoluzione c’è stato l’intoppo. Ovviamente, non lo capirò mai. Sicché continuo ad occuparmi delle ultime perle del Conducãtor, il quale è arrivato in chiesa e ha baciato il santo e, a vederlo teso come uno stoccafisso, salutando l’elicottero Marine One, che lo ha deposto nei giardini di casa sua, speriamo ancora per poco, comincio ad avere dubbi su tutta la faccenda. D’altra parte in un paese in cui il potere, e non è questa una prerogativa degli Usa, suole mentire, ci si può aspettare di tutto. Dopo tre giorni si è scrollato di dosso la bava del pipistrello cinese e, essendo positivo e fottendosene delle raccomandazioni mediche, sta infettando tutta la Casa Bianca, poi pubblica sui social sciocchezze contagiose, come un Pappalardo qualsiasi e senza nemmeno pagare le tasse. C’est formidable!
Meno male che, ogni tanto, le piattaforme gli cancellano le sue stronzate. Ditemi voi se non è un fenomeno da studiare con la massima attenzione, tenendo a mano il numero della neuro.

“Lascio il Walter Reed Center oggi alle 18.30. Mi sento benissimo. Non abbiate paura del Covid. Non lasciate che domini la vostra vita. Abbiamo sviluppato farmaci eccellenti e conoscenze sotto l’amministrazione Trump. Mi sento meglio di 20 fa”.

Io non so se sia stato stato uno show, un’invenzione, visti i sondaggi sfavorevoli, oppure quegli attimi, sugli attenti, in cui cercava d’incamerare ossigeno con difficoltà, ci dicono altro.
Da uno così, che non ha una parola per gli oltre 210mila statunitensi caduti e quai 8 milioni di contagiati, che minimizza la pericolosità del virus giocando con la mascherina ( vi ricorda qualcuno?), che si prende i meriti dei progressi nelle cure quando consigliava di farsi pere di candeggina, naturalmente per lui i migliori e più potenti farmaci, in un paese con 30 milioni di persone escluse dall’assistenza medica, cosa ci si può aspettare?
Quasi che a parlare preferirei che fosse la moglie, sembra più sensata.
Questo è il tipo tampinato dai nostri sovranisti, mendicando una foto opportunity poi, già che c’erano, andavano pure a cercare l’emozione di un’istantanea sulla piazza Rossa, con quell’altro. Ma sì, abbondiamo, Franza e Spagna, basta che se magna.
Forse, e dico forse, sarà pure guarito nel corpo, dal nodo della cravatta in giù, per il resto mi riservo il giudizio. Naturalmente, le borse hanno chiuso in positivo.