NON ABBIAMO BISOGNO DELLA MAFIA. NEANCHE QUELLA ROMANTICA

DI RINO GIRIMOMTE


Ogni giorno ha la sua croce

Siamo orfani di una mafia poetica, non c’è più quella di una volta, bei tempi, peccato, signora mia! Quella mafia tenera e gentile, che si faceva carico del benessere del paese, che si occupava del territorio, alla grande se ne occupava, con il suo ordine discreto e il suo privato codice di Hammurabi.
Quale mafia rimpiange questa gigante del pensiero sottile? Quella di Portella della Ginestra? Ed anche quella del secolo XIX non è che nella lupara ci metteva coriandoli. Scelga lei il periodo e ci faccia sapere.
Di quale mafiosa epoca d’oro sente nostalgia, questa triste rappresentante delle istituzioni, ex sindaco, già senatrice della Repubblica, orgogliosamente leghista?
L’ho ascoltata più volte, non sapevo se ridere, se piangere, ho pensato a uno scherzo, un video di quelli fatti in casa, tra amici, per ammazzare il tempo. Invece…
Poi ha dichiarato che l’abbiamo capita male, che lei non si fa pisciare in testa dagli emigranti tunisini, che ce l’ha con la mafia nigeriana e libica, insomma, ha ripetetuto, aggravandolo, l’insostenibilità di un discorso indecente, senza che nessun amico, nessun Candiani la facesse tacere e chiamasse uno bravo per farla ricoverare. Questa è stata prima cittadina nell’isola di Pietro Bartolo, nell’umanissima e accogliente Lampedusa, questo è il mondo dei rosari, le madonnine e il buon dio, perdonali Francesco, anzi, facciamo una cosa, non li perdonare, questo è anche il sottobosco, che ha perseguitato fino all’inverosimile a Mimmo Lucano e la sua esperienza di comunità che apre le braccia al dolore degli altri e ne fa laboratorio di speranza.
Nessuno conosceva questa donna, degna rappresentante di un pezzo di popolo che mi fa paura, come abbiamo potuto privarci del suo imperdibile contributo? Che spreco d’umanità!
Adesso che ci ha mostrato il suo pensiero, lasciamola nel suo scantinato buio a ripassare l’elenco dei morti d’ogni tempo, poi candidatela di nuovo.