“LACCI”, LE CATENE DELL’IPOCRISIA

DI CLAUDIA SABA

“Lacci”, il nuovo film di Daniele Luchetti, non è solo il titolo di un film.
È soprattutto il ricordo di un preciso momento che cambia per sempre il corso di quattro vite.
E’ stato presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia 2020 e scelto come film d’apertura.
Luigi Lo Cascio, Aldo, ed Alba Rohrwacher, Vanda, interpretano la coppia in giovane età, nel tempo della ‘grande illusione’. Non si può “soffrire in modo simpatico”, una frase chiave del film, e’ la sofferenza che Luchetti coglie dall’omonimo libro di Domenico Starnone.
“Lacci” racconta il rovesciamento dei valori nella famiglia tradizionale.
La storia di una coppia in crisi.
Le modalità e soprattutto i risvolti negativi di un legame tossico.
Si sposta avanti e indietro nel tempo.
Tra “lacci” affettivi che annodano e intrecciano personaggi prigionieri dei propri ruoli.
Aldo è il padre che non c’è, l’uomo incapace di rispondere alle necessità dei propri figli.
Vanda è invece ossessionata dalla perfezione. Aldo tradisce Vanda.
Confessa il suo tradimento e abbandona i suoi figli a Napoli. A Roma inizia la sua nuova vita con Livia, una collega.
In mezzo i due figli, Anna e Sandro.
Vanda tenta il suicidio, Aldo non cede al ricatto e torna a Roma da Livia.
Passano anni.
Anni in cui Aldo non vede più i suoi figli.
Figli che crescono prima nella solitudine, poi nell’odio e rancore.
Anna, Giovanna Mezzogiorno e Sandro, Adriano Giannini, sono intrappolati in un passato che non passerà mai. Aldo torna a casa dopo molti anni.
Riannoda i “lacci” che aveva sciolto. La coppia si riunisce ma solo in apparenza.
Tornano insieme per farsi del male e distruggersi.
I sogni spezzati di Aldo e Vanda si trasformano in colpe da addebitarsi l’un l’altro.
E distruggono anche i loro figli Anna e Sandro.
Vanda vuole la perfezione, Aldo accetta passivamente.
Coprono fratture interiori con l’ordine esteriore.
Vanda, in realtà, non ha mai perdonato il tradimento di Aldo.
Non ha mai perdonato se stesso per aver “lasciato” Livia, l’amore della sua vita.
E non ha mai perdonato Vanda che considera la causa di quel sogno spezzato. Una lenta ma inarrestabile distruzione.
Una tensione continua e costante che trasforma la coppia matura in 
aura Morante, Vanda, e Silvio Orlando, Aldo.
Due genitori di nuovo insieme solo per il “bene” dei figli.
I loro volti trasfigurati rappresentano le brutture della fragilità umana quando non accettata.
Talmente brutti da non riconoscersi più.
Volti sconosciuti dove sono impressi i litigi feroci, l’ipocrisia, l’imposizione di una vita innaturale che ha portato alla morte le loro anime e quelle dei propri figli.
Una vita ordinata solo all’esterno.
Per nascondere una vita che ha preso una piega sbagliata.
Dove a farne le spese sono proprio quei figli che osservano senza essere visti da nessuno.
Un padre traditore e una madre spezzata, cresciuti all’ombra di un amore tossico dove l’unico a vincere è il male.
Una coppia che dopo anni di odio in comune, intossicando la vita dei propri figli, crolla.

Una mattina davanti a un ‘caffè amaro’
tirano le somme della loro vita.
E saranno i due bambini dimenticati a mettere finalmente ordine.
Creando disordine, scioglieranno “Lacci” annodati solo per dovere.
Non per amore.