LETTERA AGLI INSEGNANTI

DI CLAUDIO KHALED SER

Grazie.
Voglio incominciare cosi’ perché é giusto e dovuto.
Siete soldati in prima linea contro i barbari e la barbarie, siete l’argine che contrasta l’ignoranza, il primo baluardo contro l’imbecillità.
Dovrete lottare.
Come sempre e più di sempre.
Non avete molte armi, libri vecchi, programmi spuntati, comandanti impreparati.
Ma avete il coraggio, il vostro coraggio.
E in un mondo di pressapochisti e codardi é qualcosa di straordinario.

Dovrete lavorare in condizioni critiche con una ciurma di ragazzi distratti e attratti da tutto quello che non é cultura, che non é sapere, annoiati come cinquantenni in crisi di vita.
Sapete che dovrete andare oltre.
Creare il miracolo dell’istruzione, seminare curiosità, raccogliere domande e mietere risposte.
Contadini del sapere.

Dovrete fare i conti con i genitori di quei ragazzi.
Si chiama “fuoco amico”.
Il vostro primo pericolo.
Vi consegneranno il risultato dei loro fallimenti, della crisi sociale ed economica, dei silenzi, dei litigi, di tutte le loro frustrazioni, delle ore passate davanti alla tv a guardare programmi demenziali, a giocare col telefonino ed ubriacarsi di amicizie virtuali.
Questo é quanto vi daranno sulla porta dell’aula.
E da questo dovrete partire.

Sarà come seminare nel deserto dell’aridità, conquistare poco a poco terreno e renderlo fertile, sgominare la siccità e veder crescere un filo d’erba.
Siete la nostra Speranza.
Quindi, ancora una volta grazie.

E con l’occasione voglio ricordare i miei Maestri.
Dalle elementari in avanti, hanno tracciato il solco.
Se oggi sono un Uomo, lo devo a loro, a quell’esercito armato di libri e buona volontà, alle Persone che non si sono mai risparmiate e sono andate oltre, insegnandomi a fare domande e cercare risposte, senza mai accontentarmi della banalità, ma scavare nel profondo in cerca di verità.

A loro e a voi, ancora grazie.
Sempre.