QUANDO L’ITALIA CONOSCEVA L’UMANITA’, LA SOLIDARIETA’

 

DI VINCENZO G. PALIOTTI

Stasera sul canale Storia della RAI, in seconda serata, è andato in onda il Film Santiago, Italia che rievoca i fatti tragici del colpo di stato che consegnò il paese nelle mani dei militari con a capo il dittatore sanguinario Pinochet.

Il film documentario, girato da Nanni Moretti nel 2018, racconta i giorni subito successivi al colpo di stato con la partecipazione di molti cileni che furono portati nei luoghi di detenzione, torturati, alcuni fino alla morte, per aver supportato il governo di Salvador Allende che morì poco dopo il colpo di stato, assassinato dai militari.

Molti di quei dissidenti, braccati dai militari, si rifugiarono nella Ambasciata italiana ed in un secondo momento trasferiti nel nostro paese che li accolse, diede loro i mezzi per vivere ed un lavoro. I tanti intervistati parlano in quel film con parole di ammirazione, di gratitudine per quanto il nostro stato fece per loro parlando di un paese meraviglioso dove la gente comune si interessava delle sorti del Cile partecipando e solidarizzando con i profughi.

L’ultimo intervistato conferma tutto questo riportandoci però alla realtà attuale dicendo: “oggi l’Italia somiglia sempre di più a quel Cile che ci costrinse a scappare. Egoismo, individualismo stanno prevalendo sulla unità del popolo essenziale per mantenere la democrazia”.

Un documentario da vedere per capire quanto siamo cambiati, quanto stiamo calpestando un passato che ci ha visti additati per la nostra umanità, per il nostro spirito solidale, a tutti i livelli, verso chi è oppresso. Quanta differenza con l’odio che sta inondando il paese, fomentato dal razzismo che ormai non si nasconde più.

Quegli anni, i ’70, purtroppo sono stati scavalcati da anni ancora più lontani e bui, che cercano di riaffermarsi per cancellare tutto ciò che è avvenuto alla caduta del fascismo, cancellare cioè democrazia, libertà con tutto quello che ne consegue. Quel documentario, oltre ad illustrarci cosa è veramente una dittatura, ben diversa da quella che oggi qualcuno crede di essere vittima, ci fa rendere conto di quanto siamo cambiati in peggio.

Meditiamo fino a che siamo in tempo.