CALCIO, ALLA ROMA NON C’È SPAZIO PER FLORENZI

DI UMBERTO SINISCALCHI

Un destino carogna lo perseguita da sei anni. Maicon si infortuna e lui, giocatore duttile e soprattutto umile, si ritrova a giocare terzino destro. Ovvero, come si dice oggi, esterno basso.
Alessandro Florenzi è tutt’altro. Centrocampista, esterno alto, ma difensore non lo è. Ora, per l’ex capitano della Roma, dopo un anno passato in Spagna, al Valencia, c’è il Paris Saint Germain. Prestito secco, un anno.
Strana la Roma. Prima caccia via i romani, poi cede a caso. Florenzi è un ottimo giocatore. Non avrebbe indossato 225 volte la maglia giallorossa. E la nazionale non lo prenderebbe in considerazione. Eppure lui, trent’anni a febbraio, ora è con Mancini, dopo essere stato convocato da Prandelli, Conte e Ventura. Ha esordito in azzurro a 21 anni, 36 presenze e due gol, solo da centrocampista o da esterno alto.
Lui sta zitto, fa poche polemiche e pensa a giocare. Per la Roma ha dato una gamba, nel 2016, è tornato dopo mesi e ancora, per lui, c’era solo quel dannato ruolo che non gli appartiene.
La Roma del “cambiamento” resta comunque una Roma americana. Da Pallotta a Friedkin, prima cedere (o prestare), poi comprare.
Peccato. Non si distrugge la carriera di un ragazzo disponibile e talentuoso come Alessandro. Loro ci sono quasi riusciti. Anche perché, come terzino destro, sono rimasti uno che di rompe sempre (Karlsdorp) e uno nè carne nè pesce, Bruno Peres. E a centrocampo e in avanti ci sarebbe tanto posto per lui.
Tifosi e appassionati di calcio sentitamente ringraziano