CESARE BATTISTI COMINCIA LO SCIOPERO DELLA FAME

DI ELISA BENZONI


“Avendo esaurito ogni altro mezzo per far valere i miei diritti, mi trovo costretto a ricorrere allo sciopero della fame totale e al rifiuto della terapia”. Questo il contenuto della lettera indirizzata al suo legale dell’ex terrorista Cesare Battisti. Battisti da oltre 1 anno e mezzo è in isolamento diurno nel carcere di Oristano, pena all’isolamento che sarebbe stata comminata per soli 6 mesi. 

A Battisti, condannato all’ergastolo per 4 omicidi e arrestato nel 2019 dopo 37 anni di latitanza, sarebbero negati i diritti previsti dalla legge.

Battisti accusa il Dap e chiede “un trattamento uguale a quello di qualsiasi altro: l’ora d’aria; l’isolamento forzato e ingiustificato; l’insufficiente attendimento medico; la ritensione arbitraria di testi letterari; le domandine sistematicamente ignorate; oggetti di varia utilità e strumenti di lavoro negati, anche se previsti dall’ordinamento penitenziario…”. Da qui l’annuncio dello sciopero della fame e del rifiuto delle terapie per malattie di cui soffre.

Battisti chiede il trasferimento in una Casa di Reclusione dove siano facilitate le relazioni con i familiari e con le istanze esterne previste dall’ordinamento nonché i rapporti professionali atti al sostentamento e al reinserimento. E soprattutto chiede che sia rivista la mia classificazione nel regime di Alta Sicurezza per terroristi.

Per carità Battisti ha usufruito della Dottrina Mitterand che non consentiva l’estradizione a persone imputate o condannate, in particolare italiani, ricercati per «atti di natura violenta ma d’ispirazione politica»,  proprio in virtù del fatto che la giustizia italiana era ingiusta con i terroristi. Ecco vorrei che non fosse dato un senso a quella latitanza e alla Dottrina Mitterand stessa.