IO L’HO ODIATO, BERLUSCONI

DI EMILIANO RUBBI

EMILIANO RUBBI
EMILIANO RUBBI

Berlusconi è quello del G8 di Genova, della villa di Arcore scippata per due lire a una ragazzina, quello di Previti e Dell’Utri, dello stalliere mafioso, quello delle maxi evasioni, delle leggi ad personam, della P2, dello sdoganamento in chiave “anticomunista” fuori tempo massimo degli ex fascisti.

Berlusconi è quello del berlusconismo, della “Milano da bere”, del partito dell’amore contro il partito dell’odio, del bungabunga, delle olgettine, del conflitto di interessi mai risolto, della Merkel “culona inchiavabile”, il “caimano” dei “kapó” al parlamento europeo e delle corna nelle foto istituzionali.

Berlusconi era quello votato da ogni proprietario di negozietto di paese a conduzione familiare, perché lo faceva sentire tanto “imprenditore”.
Le famose “piccole e medie imprese”, tartassate dallo Stato ladro che pretendeva i loro soldi.
Ha mai abbassato davvero le tasse, poi?
No. Ma agli italiani andava bene anche se lo diceva e basta.
Tanto, poi, c’era sempre un “povero comunista” da incolpare.

L’ho detestato, Berlusconi, e credo che abbia fatto dei danni immensi al tessuto culturale del nostro paese.

Ma Berlusconi era anche quello convinto che Salvini non avrebbe mai potuto fare il leader del centro destra.
“Troppo estremista”, diceva.

Pensavamo tutti che fosse lui la cosa peggiore che si potesse vedere al governo, ai tempi.
Poi sono arrivati i “sovranisti”, quelli che fino al giorno prima volevano l’indipendenza della “padania”.

E lui, col suo “sole in tasca” e le sue ricette da vecchio liberale di destra, rimaneva pervicacemente aggrappato all’unico modello di comunicazione che conosceva, mentre i social soppiantavano le televisioni e tutto il mondo attorno a lui prendeva una direzione che Silvio non riusciva più ad interpretare, decodificare, anticipare come aveva fatto per un ventennio.

Berlusconi ha segnato la storia recente del nostro paese più di ogni altro.
Principalmente nel male, a parer mio, ma la sua impronta nella nostra storia è innegabile.

E oggi, che è solo un vecchio miliardario che rincorre “i tempi che furono” comprando delle giovani compagne che lo facciano sentire “maschio” come quando si esibiva sulle navi da crociera, non riesco più ad odiarlo davvero.

Non riesco più a volergli male.
Odiare un uomo malato e ormai praticamente ininfluente, ricordando i danni incalcolabili che ha fatto, oggi non ha più nessun senso.

E fa sorridere ripensare a quando credevamo che Ruby nipote di Mubarak fosse il peggio che ci potesse capitare.

Eravamo tutti un po’ più giovani, del resto, e quello che abbiamo visto accadere dopo non lo potevamo proprio immaginare.