BRIATORE STORY, UN LIBRO SVELA MOLTI PARTICOLARI INEDITI

DI CLAUDIA SABA

Forse, in alcuni casi, conoscere particolari sconosciuti a molti, può aiutare meglio a valutare perché, certi personaggi, siano diventati oggetto di tante critiche.
E allora vale la pena voltarsi indietro e raccontare quel passato tenuto volutamente nascosto.
La storia del passato di Briatore, parla da se’.
E le critiche del presente non sono soltanto un caso.

Le vittorie in Formula 1, il matrimonio con la Gregoraci e i flirt con le top model, lo yatch da sogno e il Billionare, la discoteca dei ricchi in Sardegna.
Quando si parla di Flavio Briatore si parla di questo.
Eppure nel suo passato ci sono zone d’ombra che stonano con la sua vita di oggi.

Siamo negli anni ’70 e ’80.
Tra Cuneo e Milano, un giovane assicuratore inizia a costruire il suo fulgido futuro.

I personaggi di cui si circonda sono abbastanza discutibili.
Come le sue azioni.
Il gioco d’azzardo, le truffe, la latitanza all’estero e persino alcune morti sospette.
Una scalata al successo a cui non si accenna minimamente nella biografia ufficiale di Briatore.
Di quel periodo esiste solo qualche riga generica.

A scavare nella vita del manager ci hanno pensato però Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma.
Tre giovani giornalisti autori di “Il signor Billionare; ascesa, segreti, misteri e coincidenze”.
Il libro è stato pubblicato da Aliberti Editore.
Per approfondire il passato di Briatore, gli autori partono da una serie di articoli di Gianni Barbacetto del ’99.
Un lavoro ben fatto, dove nulla viene lasciato al caso.
Cercano i vecchi soci, i vecchi amici, le fidanzate e persino i conoscenti del brillante Flavio. Ma durante la ricerca spasmodica della verità si trovano a dover combattere con un muro di omertà.
Consigliati da qualcuno addirittura di non fare troppe domande perché ci sono verità “che fanno morti e feriti”.

Briatore è figlio di due maestri elementari.
Prende un diploma da geometra, diventa assicuratore e poi apre un ristorante, il Tribula.
Che presto chiuderà per debiti. La svolta arriva nei primi anni ’70.
Lavora con Attilio Dutto, un costruttore che rileva la Paramatti Vernici.
Ma Briatore mira più in alto.
E così, per conto di alcuni casinò, gestiti dalla malavita, si occupa di portare clienti ai tavoli, intascando buona parte delle loro perdite.
Nel giro, viene introdotto da Ilario Legnaro, collaboratore del boss catanese Gaetano Corallo (vicino al clan Santapaola).
Tra i clienti portati ai casinò da Briatore c’è proprio Dutto che perderà decine di milioni nelle sale di Nizza e Costa Azzurra.

Nel 1979 Attilio Dutto salta in aria con la sua auto.
Ad oggi, il delitto, non ha trovato ancora un responsabile.
Nel libro, attraverso le testimonianze raccolte, si parla di mafia.
Pare che Dutto, infatti, volesse “rovinare” Briatore per le truffe ricevute.
Insieme a Dutto scompare anche un capitale di 30 miliardi di lire di cui non si saprà più nulla.

Dopo la morte di Dutto, Briatore si trasferisce nella ‘Milano da bere’.
Qui conosce la sua prima moglie, di cui poco si sa, e inizia a frequentare la gente che conta.
Tra questi, anche Bettino Craxi. Tante feste. Entra in affari.
con il conte Achille Caproni.
E diventa l’amante della moglie di quest’ultimo.
Secondo gli autori del libro, Briatore avrebbe organizzato truffe con l’amico Emilio Fede.
La polizia lo scopre e lui scappa a St Thomas, nelle isole Vergini, insieme a sua moglie.

Resta fuori dall’Italia fino all’amnistia del 1990.
Poi, alle isole Vergini, apre e gestisce una rete di negozi per Benetton, un locale notturno e una gelateria. Meglio non avventurarci nella scalata Benetton, intorno ai quali, in quegli anni, sono molti i personaggi ambigui
che girano.

Per Briatore arriva la Formula 1, i mondiali con Schumacher, e mister Billionare.
E si, ce l’ha fatta.
Finalmente è diventato qualcuno, ricco e invidiato ma famoso ormai in tutto il mondo.

“E’ il personaggio simbolo di un’intera classe dirigente”, spiega Andrea Sceresini, uno degli autori. “La sua immagine pubblica non risente affatto del suo passato. Molte di queste storie sono state scritte anche dai giornali negli anni ’70 e ’80 e basta una ricerca in archivio per tirarle fuori. I media però si limitano a riportare quello che dice lui e la sua versione della storia”.

Una versione comoda con tanti punti oscuri di un passato lasciato volutamente nell’ombra.
Nel presente, solo le luci della ribalta. Fino ad oggi.

Alcuni spunti sono stati ripresi da “L’Espresso”, l’8 novembre 2010.