“UCCIDETE PURE ME, MA L’IDEA CHE È IN ME NON L’UCCIDERETE MAI”

DI CRISTINA PEROZZI

Il 16 Agosto 1924 viene ritrovato nella Macchia della Quartarella, a Riano, il cadavere di Giacomo Matteotti.
Deputato socialista rapito e ucciso per ordine di Benito Mussolini a causa delle sue denunce sui brogli elettorali della nascente dittatura nelle elezioni del 6 aprile 1924 e delle sue indagini sulla corruzione del governo.
In particolare nella vicenda delle tangenti per la concessione petrolifera alla Sinclair Oil.

Il giorno del suo sequestro ed omicidio (10 giugno) Matteotti avrebbe dovuto tenere un altro discorso alla Camera dei deputati – dopo quello sui brogli del 30 maggio – rivelando lo scandalo finanziario che coinvolgeva anche Arnaldo Mussolini, fratello del Duce.

“Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge.
Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione.
Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta.
Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo.
Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza.”
Dall’ultimo intervento in Parlamento di Giacomo Matteotti, il 30 Maggio 1924.
Iniziava il regime.